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Piero di Còsimo.

(detto Piero di Lorenzo). Pittore italiano. Allievo di Cosimo Rosselli, dal quale derivò il soprannome, collaborò con il maestro nella realizzazione degli affreschi della Cappella Sistina (1481-82), in particolare nella Predica di Cristo e guarigione del lebbroso, dove la mano di P. si rivela nella trattazione del paesaggio. Successivamente si fermò a Firenze e abbandonò la pittura ad affresco per la pittura a olio. Poiché non esistono documenti che lo riguardano ed egli non firmò nessuna delle sue opere, la ricostruzione della sua maturazione artistica presenta delle difficoltà e solo attraverso le citazioni contenute nelle Vite di G. Vasari possiamo delineare il percorso seguito dall'artista. La successione cronologica delle opere si può desumere dal quadro artistico e culturale della Firenze dell'epoca: dal Ghirlandaio a Filippino Lippi, dal giovane Leonardo al naturalismo fiammingo, da L. Signorelli a Raffaello, sono tutti stimoli che si ritrovano nelle opere di P., che tuttavia li rielaborò in modo assai personale sottraendosi, soprattutto nelle opere religiose, ai vincoli iconografici. Sensibile nella descrizione paesaggistica e dotato di fervida fantasia, P. realizzò opere a soggetto mitologico e religioso, oltre ad alcuni ritratti. Tra le tele a carattere mitologico che maggiormente rivelano le sue doti di paesaggista, si possono citare La morte di Procri (Londra, National Gallery), la Venere con Adone dormiente (Berlino) e il Perseo che libera Andromeda (Firenze, Uffizi). Alcuni pannelli, sempre a carattere mitologico, furono dipinti per le case di Francesco del Pugliese e di Giovanni Vespucci: Incendio nella foresta (Oxford, Ashmolean Museum), Scena di caccia e Ritorno dalla caccia (New York, Metropolitan Museum), forse appartenenti a un unico ciclo sulla storia degli albori dell'umanità incentrata sulla scoperta del fuoco; altri pannelli hanno al centro la figura di Vulcano (Hartford, Wadsworth Atheneum; Ottawa, National Gallery of Canada) e Prometeo (Monaco, Alte Pinakothek). Infine ricordiamo la Battaglia tra Lapiti e Centauri (Londra, National Gallery) e Le disavventure di Sileno (Cambridge, Massachusetts, Fogg Art Museum), probabilmente del ciclo Vespucci. Anche nei dipinti a soggetto sacro ritorna l'importanza della nota paesaggistica e di moduli compositivi anticlassici: si ricordano la Visitazione con i SS. Nicola e Antonio (Washington, National Gallery of Art); la Madonna e santi (Firenze, Ospedale degli Innocenti); il tondo con la Natività (Washington, National Gallery); l'Incarnazione (Firenze, Uffizi), nei quali la nota umana personalizza l'iconografia tradizionale. Tra i ritratti, anch'essi caratterizzati da profonda originalità e da una penetrante notazione psicologica, sono notevoli la Bella Simonetta (Chantilly, Museo Condé), Giuliano da Sangallo e lo Squarcialupi (Amsterdam, Rijksmuseum), la Maddalena (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica) (Firenze 1462-1521).